E’ già stato scritto tanto e se n’è discusso anche di più riguardo questo telaio, che ha rivoluzionato il mondo gravel, ma non solo. Quello che balza subito all’occhio è indubbiamente lo stile unico di 3T, che ha saputo imporre le proprie linee spigolose e prorompenti creando un nuovo modo di pensare questa tipologia di bici. Non è un caso che, marchi meno blasonati, scopiazzino la Exploro per i loro modelli dedicato alle strade bianche e ai sentieri.
Mettiamo la 3T Exploro Team Speed 2021 alla prova
Ho settato la Exploro un pò più “race” rispetto a quel che si è abituati vedere tra i pedalatori amatoriali: ho tolto tutti gli anelli sotto l’attacco manubrio, cambiato attacco manubrio mettendo un 3T Apto Pro da 110 mm, arretrato la sella Fizik Arione, riposizionato le leve freno e inclinato il manubrio. Le prime modifiche che apporto sempre sono proprio le misure e il posizionamento dei componenti, essendo io chinesiologo ed esperto di postura in bici.
Dopo tutti questi piccoli spostamenti, per me fondamentali per sentire il giusto feeling con il mezzo, ho controllato la pressione dei copertoni, gli Schwalbe g-one Allround con sezione da 35 mm, gonfiando a 2,2 Bar l’anteriore e a 2,4 Bar al posteriore. Li ho utilizzati con camera d’aria, ma sia i copertoni sia i cerchi (Fulcrum Racing 7 DB ) sono “tubeless ready” quindi permetterebbero un ulteriore upgrade alla configurazione base, e consentirebbero di scendere ancora leggermente di pressione.
Su ghiaia la Exploro si dimostra molto ben composta e guidabile, anche azzardando traiettorie sbagliate e correzioni nervose in piena curva reagisce bene, permettendo qualche rischio in più. Spingendo sui pedali di buon passo fila via liscia, senza sobbalzi e irritanti vibrazioni, infatti invoglierebbe a continuare a spingere a tutta, se solo le gambe e il fiato lo permettessero.
Ho deciso, come mio solito, di sfidare qualche sentiero più impegnativo, di quelli che quasi mai vengono percorsi dai ciclisti gravel, proprio perchè come tipologia di bici non sarebbero adatte. Nella mia zona ho la fortuna di avere la collina morenica di Rivoli e Villarbasse, il Moncuni, il Monte San Giorgio, il Pietraborga, e via discorrendo. Ormai, i sentieri della collina morenica li conosco bene, quindi posso permettermi di fare qualche manovra più azzardata, sapendo cosa troverò dopo le curve cieche. Con la Exploro posso calcare parecchio con gli angoli di piega, ho trovato un avantreno particolarmente affidabile, a partire dall’angolazione del tubo sterzo massiccio, alla forcella che ti fa sentire sui binari di un treno, alla ruota che non sbacchetta quasi mai, ai freni Sram Force idraulici potenti. La giornata è umida quindi il terreno non è asciutto e nemmeno fangoso, ma quel connubio sempre molto scivoloso. Gli Schwalbe g-one Allround sono per ghiara e soprattutto per terreni asciutti e duri, infatti si sente che peccano leggermente dove le foglie bagnate non consentono il giusto grip.
Poi ho i “miei” tratti must dove poter provare le bici, il famoso “Tasso” sul Moncuni, tratto percorso migliaia di volte l’anno da migliaia di ciclisti, che considero un segmento molto scorrevole e divertente. Con un minimo di tecnica di guida è tutto percorribile in sella con una gravel o una ciclocross, senza mai appoggiare il piede a terra, mentre con le mtb la questione cambia perchè si può sporcare molto di più la guida ed evitare di usare i guanti bianchi. Sul sentiero “Tasso” ho scoperto una bici molto ben impostata, precisa e agile. Sinceramente è proprio l’agilità che mi ha colpito. A primo impatto, osservando il telaio ci si potrebbe aspettare una bici macchinosa, difficile, rude, ma non è così. E’ molto scattante e responsiva. Nei cambi di direzione repentini segue gli impulsi del bacino, nelle curve veloci ad alta velocità, rimane ben piantata a terra, solo qualche mio erroraccio di potenza di pinzata del freno anteriore hanno suscitato qualche vibrazione in più, ma nei tratti più ripidi e nelle curve strette, quando si guida in piedi con posizione arretrata, gli indici pronti sulle leve freno e la presa ben salda sul telaio, ci si sente protetti e fiduciosi, perchè la Exoloro esaudiva esattamente i miei desideri di traiettoria.
Il giorno successivo, dopo aver provato il “Tasso” del Moncuni, perchè non osare ancora un pò e spingermi al “Cinghiali” del Monte San Giorgio? Questo sentiero è più tecnico, più ripido e più difficile del Tasso, infatti richiede una buona tecnica di guida anche con una Mtb front. La maggior parte dei ciclisti ci và con le full, o almeno con delle all-mountain, quelli un pò più tecnici nel cross-country ci vanno appunto con le front con una forcella con poca escursione, ma in pochissimi osano con bici gravel o ciclocross. Io sono uno di quelli, nonostante non abbia una guida sopraffina, ma mi piace rischiare e scommettere. Il “Cinghiali” non è nulla di estremo, sia chiaro, probabilmente un endurista lo userebbe come riscaldamento, ma per uno stradista prestato al gravel come me, la storia cambia. Per questo sentiero ho preferito gonfiare leggermente di più i copertoni perchè il rischio di forature causato dalle pietre aguzze è più alto, quindi 2,5 Bar l’anteriore e 2,7-2,8 Bar il posteriore.
In questo segmento, la Exoloro ha reagito bene, proprio come ieri, composta nel ripido, agile nelle curve strette, veloce e affidabile sullo scorrevole. In un tratto, molto pietroso e ripido, io scendo sempre a piedi con le gravel, non sono abbastanza bravo da guidare lì senza ribaltarmi in avanti e ruzzolare giù per 20 metri! Per il resto, tutto in bici, ed è stato molto divertente.
Le nostre conclusioni sulla nuova gravel bike di 3T
La Exploro è una bici che vale il prezzo che costa. E’ leggera, rigida ma comunque comfortevole, scattante, affidabile, agile. E’ sicuramente più improntata per un utilizzo gravel, sia su brevi che su lunghe distanze, viste le numerose predisposizioni per poter agganciare portapacchi, borse, portaborraccia e tutto l’equipaggiamento necessario. Io la consiglio anche per il ciclocross, essendo cambiato lo stile di percorsi negli ultimi anni, dove i tratti da percorrere a piedi con bici in spalla sono diminuiti, ma sono aumentate le curve veloci e i tratti dove sfoderare tutti i Watt disponibili.
Su asfalto è forse l’unica gravel che non sfigura assolutamente con le bici da corsa, montando un paio di ruote con copertoni stradali.