E’ appena arrivata in negozio, l’abbiamo allestita…e siamo rimasti senza parole!
Questa EVIL WRECKONING è FANTASTICA!!!
La EVIL propone una 29 da enduro quando si pensava che ormai il mercato si fosse spostato sulle 27,5 e questa è stata sicuramente una scelta molto coraggiosa.
Non avendo ancora avuto la possibilità di testarla sul campo riportiamo qui sotto un estratto del test effettuato dai professionisti di MTB CULT qualche mese fa.
Angolo di sterzo: la nuova Evil eredita dalle altre la possibilità di variare l’angolo da 66,1° in posizione Low a 65,5° in posizione X-Low. Ambedue i valori sono di gran lunga più “aperti” di qualunque altra 29” e anche di molte 27,5” da enduro.
– Angolo piantone: 74,8° in Low e 73,9° in X-Low. E’ la caratteristica che accomuna le bici prodotte in casa Evil, ossia tubi piantone molto arretrati rispetto alla concorrenza, ma in questo caso rispetto alla “sorella” The Insurgent si è molto più dentro la bici (per via delle ruote da 29”) e la pedalata ne guadagna.
– Lunghezza tubo superiore: ho avuto modo di testare la The Wreckoning in taglia M, quindi tutti i dati di seguito si riferiscono a questa taglia. Il tubo superiore misura 624 mm che è un valore maggiore rispetto alle concorrenti, dovuti in particolare modo al tubo sella più inclinato.
– Altezza movimento centrale: 348 mm in Low e 339 mm in X-Low sembrerebbero pochi ma nella realtà non ho mai avuto problemi (grazie alle pedivelle da 170 mm), anzi le regalano una certa agilità e confidenza nei tratti più ripidi.
– Lunghezza carro: 430 mm in Low e 432 mm in X-Low, ossia un carro molto corto che le permette una manovrabilità sorprendente se si pensa a quanto è aperto l’angolo di sterzo.
– Assetto in sella: in taglia media, io che sono alto 1,72 m e ho un’altezza di sella di 70 cm, mi trovo perfettamente dentro la bici con grande possibilità di manovra. Ho avuto bisogno di abbassare quasi completamente il manubrio lasciando 0,5 cm di spessore.
– Altro e/o eventuali sensazioni: è una geometria che fa stupore: una 29er così non si pensava potesse esistere. Io la stavo aspettando e la prova sul campo non deluderà.
COMPORTAMENTO IN SALITA
– Tuning scelto per l’ammortizzatore: l’ammortizzatore di questa The Wreckoning è prettamente discesistico e del resto il RockShox Vivid Air, con taratura M per la compressione e il ritorno, azzeccatissima per la bici in questione. Non prevede alcun tipo di blocco per la salita.
– Efficienza sospensione posteriore nell’andatura regolare: nonostante “tanto” ammortizzatore si pedala meglio della sorella The Insurgent con ruote da 27,5”.
Ci si trova meglio posizionati in bici e nonostante l’angolo sella molto contenuto si riesce a pedalare per tante ore.
– Efficienza sospensione posteriore nell’andatura fuorisella: quando ci si alza in piedi sicuramente l’efficienza ne risente maggiormente. Vedremo più avanti, però, quanto efficace risulterà nei rilanci.
– Efficienza sospensione posteriore in salita offroad: la sospensione posteriore è estremamente sensibile e conferisce tanto grip al posteriore, se si pedala rotondi si sale veramente ovunque nonostante la forcella da 160 mm.
Riguardo le due posizioni Low e X-Low in salita c’è veramente tanta differenza tanto che nella posizione più chiusa (cioè la Low) mi sono realmente trovato a pensare che fosse una trail bike e che non fosse la bici che poi si è rivelata essere in discesa con l’assetto X-Low. Certo, in X-Low è più faticosa in salita, ma in discesa…
COMPORTAMENTO IN DISCESA
– Tuning scelto per l’ammortizzatore: ho dovuto lavorare un po’ sul ritorno perché era un po’ pigra e per altro il registro di ritorno è quasi inaccessibile. Comunque, una volta riuscito ad arrivare al registro inferiore è andato tutto bene.
– Curva di compressione della sospensione: la sospensione posteriore è quanto di meglio si possa chiedere. La The Wreckoning è un’arma da gara, con una sospensione posteriore morbida e sensibile, con progressività e sostegno ottimali già da metà corsa (quello che manca invece alla Specialized Enduro 29) che la rendono magari meno intuitiva (rispetto alla Specialized), ma con più potenziale.
– Impatti di piccola entità: soffice e incollata a terra, appena la pendenza diventa negativa accelera e resta incollata al terreno.
– Impatti di grande entità: può sembrare un po’ brusca all’inizio visto la progressività ma vi sta chiedendo solo di farla andare a tutta. E allora vi darà il sostegno che cercate.
– Rigidità torsionale del carro: ottimo il carro, rigido e preciso. Le generose dimensioni dei foderi e del pivot si sentono.
– Agilità della bici: qui inizialmente mi sono trovato un po’ a disagio. Ho subito pensato “Ecco, con uno sterzo così aperto non gira”, ma in realtà alla terza uscita ho iniziato a dare più fiducia all’anteriore, ho abbassato di un centimetro il manubrio e caricando più peso sull’anteriore ho preso confidenza e la bici è risultata di gran lunga più agile. Bisogna un attimo adattarsi.
A confronto, con la Specialized Enduro 29 (che ho usato in gara per una stagione) ti senti subito a tuo agio, mentre con la Evil bisogna trovare il giusto feeling, ma una volta trovato ci si può spingere più in là.
– Efficienza sospensione posteriore in frenata: veramente sorprendente. Da non credere che sia un monopivot (per quanto assistito da molteplici leveraggi).
COMPORTAMENTO SUL PEDALATO
– Tuning scelto per l’ammortizzatore: compressione e ritorno sul livello M, senza personalizzazioni. Va benissimo così.
– Efficienza sospensione posteriore nei rilanci: pensavo che l’ammortizzatore prettamente da discesa fosse un punto dolente in tutte le fasi di pedalata, invece in particolare modo nell’uscita di curve risulta sostenuto e fa schizzare via la bici dalle curve. Sono veramente rimasto sorpreso da come si riesca a rilanciare fuori dalle curve.
– Agilità della bici: sui saliscendi pedalati è difficile dare il giusto carico sull’anteriore e ne risente un po’ la guidabilità rispetto a quanto visto in discesa.
In conclusione…
Durante il test inevitabilmente l’ho messa a confronto con la bici di riferimento fra le 29er da enduro, cioè la Specialized Enduro 29, che è fra le bici più intuitive e di più facile utilizzo per quanto riguarda l’all mountain-enduro, ma se trovate il feeling giusto con questa Evil The Wreckoning lasciatela andare, più la lasciate andare e più il vostro sorriso sarà grande. E’ veramente diabolica.
Insomma, promossa a pieni voti ed ora non vediamo l’ora di testarla noi!
STAY TUNED
qui trovate l’intero articolo del test https://www.mtbcult.it/tests/test-evil-the-wreckoning-enduro-cattivo/