INTRO:
Come segnalato nella news precedente, abbiamo attivato una rubrica settimanale sulla preparazione atletica con vari spunti di riflessione e di parametri da tenere in considerazione.
Tutti i testi sono approfondimenti del Professor Massimo Bechis di Reparto Sport.
DIFFERENZE UOMO DONNA E EFFETTI ADATTIVI DELL’ALLENAMENTO
13 dicembre, 2010 a cura di M.Bechis
A seguito dell’allenamento nell’organismo avvengono numerose modificazioni chiamate “adattamento“.
Ciascun adattamento normalmente tende a tornare allo stato iniziale se lo stimolo allenante non viene più creato.
Bisogna tuttavia sottolineare che gli adattamenti indotti dalla pratica motoria sono dei miglioramenti di forma per l’organismo pertanto devono essere considerati come auspicabili e da ricercare.
Ogni risultato ottenuto con l’allenamento è l’adattamento del nostro corpo allo stress allenante subito.
Un grande divario nelle modalità di adattamento agli stimoli è riscontrabile tra i due sessi. Questo è principalmente imputabile alla differenza che già si riscontra in individui sedentari.
Marcate differenze fra uomini e donne si possono già riscontrare in età puberale (prima le differenze non sono cosi nette).
A renderle più marcate ci pensa il divario nella produzione ormonale: il testosterone (uno degli ormoni anabolizzanti più importanti con spiccate doti ipertrofiche), ad esempio, è un tipico ormone sessuale maschile. Questo significa che anche con allenamenti specifici per le donne sarà più difficoltoso costruire importanti masse muscolari.
La distribuzione corporea dei compartimenti muscolari e la percentuale di muscolo presente in ogni individuo influenzano poi in maniera diretta e indiretta i possibili adattamenti cosi come l’espressione della forza, della resistenza e cosi via.
Ad esempio: in un soggetto maschio possiamo rilevare una percentuale di massa muscolare pari al 40% del proprio peso, in una donna un valore prossimo al 20%.
L’adipe è notoriamente più diffusa in termini % nel corpo femminile in quanto gli estrogeni ne favoriscono l’accumulo.
Per quanto concerne l’espressione della resistenza, il sesso femminile ha un minor consumo di ossigeno per intervallo di tempo (la metà dei maschi), una minore frequenza cardiaca, minore gettata sistolica e differenza arterovenosa di ossigeno, un muscolo cardiaco che , proporzionato al peso, è anch’esso di dimensioni minori.
Tutti elementi che forzatamente rendono il sesso femminile meno propenso ai lavori di resistenza
Parlando di pratica sportiva intensa, il valore di VO2max nelle donne di età adulta è mediamente inferiore del 15% rispetto ai soggetti di sesso maschile (Astrand P-O., Rodahl K., Text-book of work physiology, Mc Graw Hill, 1986).
Alla prossima settimana!